Archive for 14 Marzo, 2025

14 Marzo, 2025

2. Conoscere Perugia attraverso la Galleria Nazionale dell’Umbria

by gabriella

Piero della Francesca, Polittico di Sant’Antonio (1460-70) – Galleria Nazionale dell’Umbria

La seconda tappa della formazione per docenti Percorsi storico-artistici nella città di Perugia, ha toccato la Galleria Nazionale dell’Umbria.

Il percorso comincia tra Duecento e Trecento, tra la magnificenza degli affreschi di Benedetto Bonfigli nella cappella dei Priori e la Madonna con Bambino di Duccio di Buoninsegna.

Prosegue con il tardogotico perugino di Gentile da Fabriano e si inoltra tra i capolavori di esponenti del Rinascimento come Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca, Bartolomeo Caporali, Pinturicchio e Perugino.

Cara ai perugini che la chiamano col vecchio nome di Pinacoteca, la Galleria Nazionale dell’Umbria, è stata aperta al pubblico nel 1878, appunto come Regia Pinacoteca, quando si separò dall’Accademia di Belle Arti.

Il primo nucleo della collezione esposta a Palazzo de’ Priori viene, infatti, dal patrimonio dell’Accademia che aveva sede a Palazzo Murena e nella quale, in epoca napoleonica, erano confluite le opere delle congregazioni religiose soppresse.

Beato Angelico, Polittico Guidalotti (1447-9 ca)

Là, gli studenti potevano studiare le opere provenienti dalle requisizioni, tra le quali il Polittico di Piero della Francesca, la Pala dei Guidalotti di Beato Angelico e la Pala di Santa Maria de’ Fossi di Pinturicchio.

Pinturicchio, Santa Maria dei Fossi (1496-98)

La successiva requisizione del patrimonio ecclesiastico, avvenne  con l’unità d’Italia del 1860, ma il patrimonio dell’Accademia continuò ad ingrandirsi anche negli anni successivi rendendo necessario il trasferimento nei nuovi spazi espositivi di Palazzo de’ Priori (1879).

 

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14 Marzo, 2025

Christian Raimo, La tesina e la retorica della multidisciplinarietà

by gabriella

Nove anni fa, Christian Raimo ha scritto per Internazionale questa importante riflessione sull’idiozia latente delle indicazioni che talvolta noi docenti diamo quando forziamo la richiesta di individuazione dei “collegamenti multisplinari” al punto di farne un gioco di libere associazioni, cioè poco più di una passeggiata narrativa tenuta insieme da legami deboli: una battaglia che pensavo di condurre in solitaria, fino a quando non ho letto questo articolo.

Maggio è il mese della febbre delle tesine. Ossia: i più di cinquecentomila studenti che tra un mese affronteranno l’esame di stato, ovvero quello che chiamiamo la maturità, devono preparare una breve ricerca di una quindicina, una ventina, di cartelle che, a partire da un certo argomento, s’impegni a toccare più materie possibile. I ragazzi per lo più vanno nel panico: cercano di arrangiarsi. Se hanno cominciato a chiedere lumi già al primo quadrimestre, arrivati a questo punto dell’anno mostrano schemi strampalati con un sacco di frecce.

“Porto il Mistero: così ci metto il velo di Maya in Schopenhauer, l’enigma di Edipo in greco, il codice Enigma in storia, e i numeri irrazionali in matematica, che ne dice prof?”.

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