3. Perugia etrusca

by gabriella

Perugia al crocevia umbro-etrusco

Secondo Marco Porcio Catone, Perugia è stata fondata dalla tribù umbra dei Sarsinati.

Le prime tracce di insediamenti sui Colli Landone e del Sole, dove sarebbe sorta successivamente la città, risalgono all’XI-X secolo a.C., con la presenza di villaggi villanoviani.

Non è chiaro, quindi, se gli etruschi siano subentrati agli umbri nel possesso del territorio. Perugia, infatti, era al crocevia tra le città etrusche (a nord e ad Ovest) e gli insediamenti Umbri (ad Est).

A partire dall’VIII secolo a.C., furono però, gli Etruschi, a stabilirsi sulla sommità del colle Landone e nella seconda metà del VI sec. a. C., la città etrusca, già prospera, divenne una delle 12 lucumonie della confederazione etrusca.

La sua importanza era legata alla fiorente agricoltura della pianura del Lago Trasimeno e alla sua posizione strategica in relazione al fiume Tevere e alle vie di comunicazione con i territori confinanti che le permetteva di imporre pedaggi.

Urna cineraria, Antiquarium Corciano

La civiltà etrusca, attestata soprattutto dai rinvenimenti e dalle decorazione delle necropoli, era ricca e raffinata.

I ritrovamenti archeologici risalenti al periodo più antico della città, attestano l’esistenza di sfarzose cerimonie e della presenza di un ceto assai ricco, come testimoniano i carri da parata risalenti all’VIII sec. a. C. ritrovati nell’800 in una tomba principesca a San Mariano, oggi conservati al Museo Archeologico di Perugia (MANU) e all’Antiquarium di Corciano.

Antiquarium (Corciano), Urna cineraria con scena di commiato funebre

Le donne avevano un ruolo sociale paritario, continuavano a portare il proprio nome anche da sposate e lo attribuivano ai figli insieme a quello del padre, abitudine che si mantenne a Perugia fino alla prima età imperiale.

Le aristocratiche, ma anche le donne di estrazione meno elevata, sapevano leggere e scrivere e assumevano ruoli di prestigio, economiche, religiose, forse giudiziarie. Diversamente dalle greche e romane, avevano senz’altro libertà di movimento, come attestano i corredi funebri di alcune delle loro tombe, provviste di morsi di cavallo e carri.

Dalla fine del IV sec. a. C. iniziò la decadenza etrusca e dopo la sconfitta subita dai popoli italici nella battaglia di Sentino nel 295 a.C. , Perugia entrò nell’orbita romana, pur mantenendo lingua e usanze etrusche fino all’età del primo impero.

Durante la Seconda Guerra Punica, sostenne Roma e diede assistenza all’esercito sconfitto nella sanguinosa battaglia del Trasimeno (217 a. C.).

Un momento cruciale del rapporto della città con Roma fu lo scontro che oppose Lucio Antonio e Ottaviano, futuro imperatore Augusto. Perugia, infatti, inquieta per le requisizioni condotte da Ottaviano in territorio etrusco a favore dei suoi legionari, diede asilo a Lucio Antonio, subendo un duro assedio e la vendetta di Ottaviano che, sconfitto il rivale, sterminò l’aristocrazia locale e incendiò la città (41-40 a.C.).

L’iscrizione Augusta Perusia risale al 40 a.C. quando la città etrusca fu sconfitta, data alle fiamme, poi ricostruita da Ottaviano Augusto

Dopo il Bellum perusinum, Ottaviano permise la ricostruzione della città e fece incidere l’iscrizione Augusta Perusia sull’Arco Etrusco.

Nel corso del I sec. Perugia divenne un municipium romano, acquisendo le istituzioni e la struttura amministrativa tipiche delle città romane, raggiungendo la posizione di colonia nel III secolo, sotto l’imperatore Gaio Vibio Treboniano Gallo che era di origine perugina. Di qui, l’iscrizione colonia vibia visibile sulle porte etrusche della città.

 

 

3.1 Le mura etrusche

Mura etrusche inglobate nella cinta medievale in V. San Giacomo

La costruzione dell’imponente cinta muraria di circa tre chilometri, risale al VI secolo a.C.. Le mura etrusche sono ben riconoscibili dalle pietre di enormi dimensioni – provenienti dal sito di Santa Sabina, distante alcuni chilometri dalla città – che si elevavano originariamente per circa venti metri.

Avevano inizialmente sette porte, intorno alle quali sorgevano i cinque rioni della città, dedicati ad altrettanti animali: Porta Sole (aquila), Porta San Pietro (leone), Porta Eburnea (elefante), Porta Santa Susanna (orso), Porta Sant’Angelo (cavallo).

Arco etrusco (IV a.C.) è una delle 7 porte delle mura etrusche. L’iscrizione Augusta Perusia risale al 40 a.C. quando la città etrusca fu data alle fiamme, poi ricostruita da Ottaviano Augusto

L’Arco Etrusco è la meglio conservata delle porte etrusche, benché non faccia parte delle mura originarie, più arretrate di circa venti metri.

Il duecentesco Arco dei Gigli poggia sulle antiche mura etrusche

Porta Sole si apriva originariamente nel punto più alto della città e oggi non più esistente. Ne ha ereditato il nome, l’arco dei Gigli, ricostruito nel Medioevo.

Porta Marzia

Porta Marzia

La Porta Marzia, chiamata dai perugini Porta Pulchra per i bellissimi ornamenti che contornano la struttura in travertino.

Giove (Tinia) sotto l’iscrizione Colonia Vibia. Particolare della Porta Marzia

Sopra l’arco, una loggia finemente intarsiata ospita cinque statue in pietra arenaria raffiguranti presumibilmente Giove (in etrusco Tinia) tra i dioscuri e i loro cavalli.

Risale al III sec. a. C., come testimonia l’iscrizione Colonia Vibia, in memoria dell’imperatore Vibio Treboniano Gallo che era di origine perugina.

La Porta Marzia sorgeva sul lato che guarda verso Roma ed era quindi una porta regale.

Fu spostata di quattro metri e inglobata nel muro esterno della Rocca Paolina, la fortificazione militare fatta costruire da Paolo III Farnese nel 1540, secondo il disegno dell’architetto Antonio da Sangallo.

Porta Trasimena

Originariamente etrusca è anche la bellissima Porta Trasimena che conserva dell’impianto originario le imposte etrusche.

Ricostruita nel XIV secolo, presenta l’arco ogivale e non più a tutto sesto e una scultura leonina anch’essa aggiunta nel medioevo.

Porta Eburnea o Arco della Mandorla è così chiamata perchè sorgeva vicino ad un tempio dedicato al dio Vertumno e rivestito in avorio. Recava anch’essa la scritta Colonia Vibia, non più leggibile. Anch’essa è stata modificata nel XIV secolo, assumendo la forma ogivale.

Porta di Sant’Ercolano

Urna cineraria recante le decorazioni originali, Antiquarium

L’Arco di sant’Ercolano, o porta Cornea, faceva parte delle mura etrusche ed è stato rimaneggiato nel Medioevo.

 

 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email


Comments are closed.


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: