
Galileo Galilei (1564 – 1642)
Quando nel 1609 Galilei intraprende le osservazioni astronomiche che descriverà nel Sidereus Nuncius (1610), è già un matematico e professore rinomato, ma sono proprio queste scoperte, che rivelano il suo copernicanesimo, a metterlo in urto con gli aristotelici e con le gerarchie ecclesiastiche.
Sei anni dopo la pubblicazione dell’opera gli giunge infatti l’ammonizione del cardinale Bellarmino che lo diffida dal «difendere e tenere» la nuova astronomia (febbraio 1616) mentre, pochi giorni dopo, il De revolutionibus viene messo all’indice.
Indice
1. Il Sidereus nuncius e la distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica
2. La critica del principio d’autorità e l’autonomia della scienza
2.1 Contro gli aristotelici
2.2 Il rapporto tra fede e scienza
3. Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico e il copernicano
3.1 Il Saggiatore
3.2 Il Dialogo sui massimi sistemi
4. Il metodo della scienza
1. Il Sidereus nuncius e la distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica
Il Sidereus nuncius è il ragguaglio astronomico che Galilei scrisse nel 1609 per comunicare alla comunità dei dotti le straordinarie scoperte realizzate con il canocchiale che si era costruito seguendo indicazioni olandesi.


Nel 1543 Nicolò Copernico pubblica il De revolutionibus orbium coelestium nel quale teorizza un sistema astronomico eliostatico, o “geocinetico” secondo il quale la Terra, al pari degli altri pianeti, viene trasportata da un’orbita solida intorno al Sole, che resta fisso. 
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