Posts tagged ‘Herder’

7 Maggio, 2025

Dall’ideale emancipativo dei Lumi alla pedagogia filantropica dei romantici

by gabriella

La lezione è dedicata all’abbandono dell’ideale emancipativo di Condorcet e all’affermazione della filantropia compassionevole dei romantici, in un percorso che va dalla comprensione del ruolo dell’istruzione e della cultura nella formazione umana nel preromantico Herder, alla scoperta del ruolo del gioco nello sviluppo psicofisico del bambino di Fröbel, fino alla sintesi critica di Herbart.

In questo quadro, il punto d’arrivo dell’evoluzione delle idee educative è rappresentato da una pedagogia che di fronte al disastro umano dell’industrializzazione e della guerra, tende la mano agli orfani e ai figli dei miserabili per offrire loro non più il diritto al pieno sviluppo della loro personalità (Condorcet) o la piena umanizzazione (Kant), cioè l’acquisizione di strumenti di comprensione di sé e del mondo, ma qualche abilità da offrire a una società diseguale perché possano essere inclusi.

E’ il momento in cui si comprende che per intervenire sul mare di sofferenza generato dall’oppressione sociale della “grande accumulazione”, occorre essere realisti ed “insegnare ai poveri ad essere poveri”.

Il concetto di emancipazione dall’ignoranza e dalla miseria è, quindi, sostituito da quello di inclusione che ora entra nella scuola e nella didattica per restarci fino ad oggi.

Sarà Pestalozzi a insegnare loro un lavoro e ad amarli cristianamente, dismettendo l’ideale di renderli uguali.

È alla luce di questa svolta ottocentesca che mescola educazione e lavoro, impegnandosi per definire il ruolo di chi ha meno nella società moderna che dovremmo leggere anche le innovazioni introdotte nei decenni scorsi nella scuola italiana, dai pesanti sfrondamenti all’istruzione impartita negli Istituti Professionali, all’introduzione dell’Alternanza scuola-lavoro e alle ore di Orientamento e PCTO.

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Indice

1. Herder e la formazione umanistica
2. Pestalozzi e l’educazione popolare

2.1 Neuhof: istruzione, lavoro e riscatto sociale
2.2 L’esperienza di Stans: istruzione, lavoro ed educazione integrale
2.3 L’elaborazione della didattica a Burgdorf e Yverdon

 

3. Fröbel

3.1 La filosofia frobeliana dell’educazione
3.2 La prima infanzia: il momento dell’espressività ludico-estetica
3.3 La seconda infanzia: il momento dell’apprendimento

 

4. Herbart e la pedagogia come scienza

 

 

1. Herder, la formazione umanistica

Johann Gottfried Herder (1744 – 1803)

La pedagogia di Johann Gottfried Herder media temi illuministici con quelli preromantici e si sviluppa essenzialmente come una critica del sistema tradizionale – che considera intellettualistico e pedante, al quale il filosofo oppone la riscoperta della cultura umanistica e, rousseauianamente, della dimensione emotiva dell’individuo.

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11 Gennaio, 2024

L’indeterminatezza e la natura “culturale” dell’uomo

by gabriella
Pico

Sandro Botticelli, Ritratto di uomo con la medaglia di Cosimo il vecchio, 1474-75 – probabile ritratto di Pico

La lezione introduttiva del corso di antropologia, illustrativa dei concetti di indeterminatezza umana (neotenia), cultura, inculturazione.

Indice

1. L’animale indeterminato
2. La neotenia o infanzia cronica dell’uomo
3. L’importanza del gruppo d’appartenenza

 

[…] Prese pertanto l’uomo, fattura priva di un’immagine precisa e, postolo in mezzo al mondo, così parlò «Adamo, non ti diedi una stabile dimora, né un’immagine propria, né alcuna peculiare prerogativa, perché tu devi avere e possedere secondo il tuo voto e la tua volontà quella dimora, quell’immagine, quella prerogativa che avrai scelto da te stesso.

Una volta definita la natura alle restanti cose, sarà pure contenuta entro prescritte leggi. Ma tu senz’essere costretto da nessuna limitazione, potrai determinarla da te medesimo, secondo quell’arbitrio che ho posto nelle tue mani. Ti ho collocato al centro del mondo perché potessi così contemplare più comodamente tutto quanto è nel mondo.

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4 Ottobre, 2022

La natura umana 2. Linguaggio, indeterminatezza, neotenia

by gabriella

Arnold Gehlen (1904 – 1976)

La seconda parte della lezione sulla natura umana, dedicata a una panoramica storica delle concezioni antropologiche note come «tradizione della modestia» che, da Pico a Gehlen definisce l’uomo per sottrazione, più che per il possesso di specifiche qualità. Qui la prima parte.

Perciò accolse l’uomo come opera di natura indefinita e postolo nel cuore del mondo, così gli parlò: non ti ho dato, Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché tutto secondo il tuo desiderio e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai […]. Non ti ho fatto né celeste, né terreno, né mortale, né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto.

Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate

Indice

1. L’animale linguistico

1. L’animale linguistico

Secondo Chomsky, la natura umana «dal Cro-Magnon in avanti» sarebbe caratterizzata da tratti stabili, il principale dei quali è la facoltà di linguaggio.

Oltre alle obiezioni di Foucault, dalle scienze sociali si obietta a Chomsky che una facoltà articolata in una grammatica, in strutture profonde e regole universali non è più una facoltà, ma una superlingua universale.

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