15 Maggio, 2025

Le teorie della personalità

by gabriella

γνῶθι σαυτόν

 

Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via,
tu potresti mai trovare i confini dell’anima:
così profonda è la sua essenza.

Eraclito

IN REVISIONE

Indice

1. Il concetto di personalità

1.1 Plasticità neuronale e interazione tra “natura” e “cultura”
1.2 La definizione di Adorno

 

2. Le teorie dei tratti

3. Le teorie tipologiche

      3.1 La personalità nella psicologia analitica di Jung

      3.1.1 Le componenti dell’identità junghiana
      3.1.2 Lo sviluppo della personalità secondo Jung

 

4. La psicologia dell’Io di Erik Erikson
5. Le teorie socioculturali di Alfred Adler e Karen Horney

5.1 Sé creativo e complesso di inferiorità nella psicologia individuale di Adler
5.2 La teoria della personalità nevrotica in Karen Horney

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7 Maggio, 2025

Nietzsche

by gabriella
Nietzsche

Friedrich Nietzsche (1844 – 1900)

Vissuto interamente nell’800, il genio di Nietzsche ha condizionato potentemente il 900, con la sua lettura dell’Occidente e i grandi temi della morte di Dio, dell’Übermensch (il superuomo, nel senso dell’oltrepassamento di sé), della volontà di potenza e dell’eterno ritorno dell’uguale.

 

Indice

1. La fine, la grandezza, la strumentalizzazione, la rilettura critica
2. La nascita della tragedia

2.1 L’apollineo e il dionisiaco

 

3. Socrate e la morte della tragedia
4. Il prospettivismo
5. Le Considerazioni inattuali

 

5.1 La seconda Inattuale: Sull’utilità e il danno della storia per la vita
5.2 Terza e quarta Inattuale: Schopenhauer come educatore, Richard Wagner a Bayreuth

 

6.La filosofia del sospetto. Il Nietzsche illuminista di Umano, troppo umano
7. La filosofia del mattino

 

7.1 La morte di Dio
7.2 La diagnosi del nichilismo dell’Occidente

 

8. Il pensiero meridiano e i temi di Zarathustra

8.1 Il superuomo
8.2 L’eterno ritorno dell’uguale

 

9. La volontà di potenza
10. Filosofare col martello

 

Wikiradio, I biglietti della follia e la biografia filosofica di Nietzsche raccontati da Maurizio Ferraris


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7 Maggio, 2025

Dall’ideale emancipativo dei Lumi alla pedagogia filantropica dei romantici

by gabriella

La lezione è dedicata all’abbandono dell’ideale emancipativo di Condorcet e all’affermazione della filantropia compassionevole dei romantici, in un percorso che va dalla comprensione del ruolo dell’istruzione e della cultura nella formazione umana nel preromantico Herder, alla scoperta del ruolo del gioco nello sviluppo psicofisico del bambino di Fröbel, fino alla sintesi critica di Herbart.

In questo quadro, il punto d’arrivo dell’evoluzione delle idee educative è rappresentato da una pedagogia che di fronte al disastro umano dell’industrializzazione e della guerra, tende la mano agli orfani e ai figli dei miserabili per offrire loro non più il diritto al pieno sviluppo della loro personalità (Condorcet) o la piena umanizzazione (Kant), cioè l’acquisizione di strumenti di comprensione di sé e del mondo, ma qualche abilità da offrire a una società diseguale perché possano essere inclusi.

E’ il momento in cui si comprende che per intervenire sul mare di sofferenza generato dall’oppressione sociale della “grande accumulazione”, occorre essere realisti ed “insegnare ai poveri ad essere poveri”.

Il concetto di emancipazione dall’ignoranza e dalla miseria è, quindi, sostituito da quello di inclusione che ora entra nella scuola e nella didattica per restarci fino ad oggi.

Sarà Pestalozzi a insegnare loro un lavoro e ad amarli cristianamente, dismettendo l’ideale di renderli uguali.

È alla luce di questa svolta ottocentesca che mescola educazione e lavoro, impegnandosi per definire il ruolo di chi ha meno nella società moderna che dovremmo leggere anche le innovazioni introdotte nei decenni scorsi nella scuola italiana, dai pesanti sfrondamenti all’istruzione impartita negli Istituti Professionali, all’introduzione dell’Alternanza scuola-lavoro e alle ore di Orientamento e PCTO.

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Indice

1. Herder e la formazione umanistica
2. Pestalozzi e l’educazione popolare

2.1 Neuhof: istruzione, lavoro e riscatto sociale
2.2 L’esperienza di Stans: istruzione, lavoro ed educazione integrale
2.3 L’elaborazione della didattica a Burgdorf e Yverdon

 

3. Fröbel

3.1 La filosofia frobeliana dell’educazione
3.2 La prima infanzia: il momento dell’espressività ludico-estetica
3.3 La seconda infanzia: il momento dell’apprendimento

 

4. Herbart e la pedagogia come scienza

 

 

1. Herder, la formazione umanistica

Johann Gottfried Herder (1744 – 1803)

La pedagogia di Johann Gottfried Herder media temi illuministici con quelli preromantici e si sviluppa essenzialmente come una critica del sistema tradizionale – che considera intellettualistico e pedante, al quale il filosofo oppone la riscoperta della cultura umanistica e, rousseauianamente, della dimensione emotiva dell’individuo.

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5 Maggio, 2025

Solone, l’areté civile

by gabriella

Leggere Solone è fondamentale per capire il processo di democratizzazione e di laicizzazione in opera già nella società greca alle origini della civiltà occidentale.

Solone (638 - 558 a.C.)

Solone (638 – 558 a.C.)

In Atene divina, alla lor patria,
io molti ricondussi, che stati erano
venduti illegalmente, alcuni a termine
di legge, ed altri ancora che esuli
erano andati per fuggire i debiti,
e per il lungo errar, neppur parlavano
più l’attico idioma; ed altri ancora a sconcia
servitù qui soggetti, che tremavano
al cenno dei padroni, io resi liberi.
Forza unendo e Giustizia, in equa tempera,
col potere delle leggi seppi compiere
le mie promesse, e per i grandi e per gli umili
leggi ho sancite con giustizia equanime.

Solone, L’opera compiuta

Indice

1. La legge scritta come «limite e misura» all’arbitrio dei potenti
2. La crisi della themis nell’opera di Esiodo e Solone
3. L’areté da Esiodo a Solone
4. Massima virtù è creare eunomie
5. L’elegia L’opera compiuta

 


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5 Maggio, 2025

Condorcet, L’educazione come emancipazione popolare

by gabriella

condorcetA Condorcet (Jean-Antoine de Caritat, marchese di Condorcet) si deve la teoria più completa della scuola repubblicana che il filosofo sviluppa in due testi capitali: i Cinq mémoires sur l’instruction publique, pubblicato nel 1791, e il Rapport sur l’instruction publique, del 1792.

Nelle Cinque memorie, per la prima volta l’idea filosofica dell’istituzione scolastica è pensata nella sua complessità e in rapporto con la sovranità popolare, cioè con l’idea che l’istruzione (pubblica statale) sia l’unico strumento capace di rendere effettivo l’esercizio dei diritti di libertà ed eguaglianza.

Proteggere i saperi da ogni potere, vedere in ogni allievo un titolare di diritti, difendere l’istruzione pubblica dagli interessi particolari e dall’utilità immediata, sono gli altri temi cruciali di quest’opera. Condorcet pensa che istruire non significhi né informare,conformare, quanto costruire un’educazione nazionale, cioè creare le condizioni per il progresso e il benessere del popolo francese e di ogni altro popolo libero.

Di seguito la traduzione della Prima memoria condotta da Mauro Poggi e me sulla versione digitale dell’opera curata dall’Università del Québec (Uqac). E’ lasciato in azzurro il testo in lingua originale delle altre quattro memorie e del Rapport sur l’instruction publique.

 

Cinque memorie sull’istruzione pubblica

Prima memoria: Natura e oggetto dell’istruzione pubblica

I. La società deve al popolo un’istruzione pubblica
II. La società deve anche un’istruzione pubblica relativa alle diverse professioni
III. La società deve ancora l’istruzione pubblica come strumento di perfezionamento della specie umana
IV. Motivi per stabilire più livelli nell’istruzione comune
V. L’educazione pubblica deve legarsi all’istruzione
VI. E’ necessario che le donne condividano l’istruzione data agli uomini

Seconda Memoria: Dell’istruzione comune per i bambini

I. Primo grado di istruzione comune
II. Studi del primo anno
III. Dei maestri

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4 Maggio, 2025

L’Illuminismo e il diritto all’istruzione

by gabriella

 

Nicolas de Condorcet (1743-1794)

Il pensiero pedagogico dell’Illuminismo francese si sviluppa nel quarto di secolo che intercorre tra la cacciata dei Gesuiti da Parigi (1762) e la Rivoluzione (1789).

Dopo il 1791, il punto di riferimento obbligato del dibattito politico sull’educazione è l’articolo della Costituzione che impegna la repubblica a creare «un’istruzione pubblica, comune a tutti i cittadini, gratuita nelle parti indispensabili a tutti gli uomini».

La focalizzazione sull’istruzione popolare riflette la generale convinzione che l’istruzione rappresenti il più potente strumento di cambiamento sociale e politico e che ogni cambiamento non accompagnato dall’istruzione popolare sarebbe stato effimero.

Nell’eredità di questo dibattito possono essere rintracciate le origini della modernità politica e della scuola repubblicana.

 

Indice

1. Il dibattito prerivoluzionario e la riflessione illuminista sul sapere e sulla scuola

1.1 Il contributo del sensismo
1.2
Lo scioglimento dell’ordine gesuita e la riforma della scuola nazionale
1.3 De La Chalotais e Rolland d’Erceville: un’istruzione laica, statale e per l’élite
1.4 Hélvetius: l’educazione per il raggiungimento della felicità
1.5 Voltaire: il sapere come esercizio della critica
1.5 Diderot e D’Alembert: la raccolta e la diffusione di un sapere utile all’uomo

2. Rivoluzione ed educazione

2.1 Condorcet: l’istruzione come strumento di realizzazione dell’eguaglianza
2.2 Le proposte sulla scuola della Convenzione


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14 Aprile, 2025

Normalità ed eccezione

by gabriella
Courtesy Museo della Storia della Medicina

Aperta fino al 9 maggio

Che cos’è la normalità? Che cosa intendiamo per anomalia? Se dovessimo porre queste domande a qualche Sapiens contemporaneo dagli schemi mentali particolarmente rigidi, probabilmente risponderebbe che la normalità sono le famiglie tradizionali e l’anomalia quelle arcobaleno, o che la normalità è l’orientamento eterosessuale e l’anomalia è il diverso colore della pelle di alcuni connazionali rispetto alla maggioranza (bianca). Nella categoria dell’anomalo, o dell’“anormale”, farebbero insomma rientrare tutto ciò che non si conforma a un immaginato “ordine naturale” delle cose o a una norma statistica.

Ma se a interrogarsi sul significato di questi concetti fosse, invece, la scienza, la medicina per esempio, i responsi sarebbero, ovviamente, molto diversi. E riserverebbero illuminanti sorprese, a partire dal fatto che l’anomalia e la norma, al contrario di quel che credono i nostri simili di cui sopra, non sono manicheisticamente contrapposte ma unite da un legame profondo e indissolubile.

A darci l’occasione di conoscerle, queste risposte, è una mostra interattiva in corso al Musme, il Museo della Storia della Medicina di Padova: L’anomalia e la norma. La variabilità della vita tra anatomia e biologia, pensata e allestita insieme all’Università degli Studi patavina negli spazi del quattrocentesco ex ospedale di San Francesco, il primo in città a essere destinato alla cura degli ammalati e uno dei primi al mondo a sperimentare l’insegnamento clinico.

 

La fusione tra l’anomalus e il normalis

Charles Darwin (1809 – 1882)

Partendo, appunto, dalle domande «che cosa significa normalità?» e «che cosa rende qualcosa anomalo?», l’esposizione illustra in chiave storica e scientifica l’evoluzione di questi concetti, soffermandosi specialmente sui multiformi aspetti e sulle complessità dell’anomalo.

Dal monstrum degli antichi, quel “fuori dal naturale” che provocava stupore, orrore e rifiuto, al soggetto patologico, emerso grazie all’introduzione da parte di Giovan Battista Morgagni della prospettiva anatomica nello studio delle anomalie e delle malattie, fino alla “fusione” dell’anomalus con il normalis (finalmente intesi come costruzioni socio-culturali) e al riconoscimento del ruolo fondamentale che le “irregolarità” non patologiche hanno nella diversificazione biologica e, perciò, nel processo evolutivo. Per dirla in altro modo, di come e perché l’anomalia, la non conformità, rappresenti un valore per la normalità, non solo una sua deviazione.

Particolarmente interessanti e coinvolgenti sono i reperti esposti nelle varie sezioni, soprattutto nella seconda, dedicata all’anomalo come patologia: si tratta di resti umani di grande valore scientifico provenienti dal Museo Morgagni di Anatomia dell’Università di Padova che testimoniano l’enorme salto in avanti fatto dalla medicina a cavallo tra il Sei e il Settecento quando, grazie a Morgagni, fondatore dell’Anatomia patologica, si è passati dal considerare l’anomalo come creatura mitica, prodigiosa, al riconoscerlo come soggetto patologico, disfunzionale, da curare e catalogare per la ricerca sperimentale attraverso preparazioni a secco e in liquido.

Spesso trattati con il metodo della tannizzazione – inventato da Lodovico Brunetti nell’Ottocento –, sono reperti preziosissimi ai quali è necessario accostarsi con il massimo rispetto: i piccoli gemelli siamesi dai corpicini uniti a livello di torace e addome e l’espressione dolcissima eternizzata nei loro volti, inducono persino a riflessioni profondissime, che coinvolgono la sfera del sacro e scrutano nell’insondabile mistero della carne.

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12 Aprile, 2025

Nadia Urbinati, Le origini e il ritorno del sessismo

by gabriella

La violenza sulle donne è il picco criminale di una mentalità sempre meno minoritaria. L’impulso ideologico è parte della nuova destra globale. Per studiarla sarebbe opportuno mettere tra parentesi l’analogia col vecchio fascismo, anche se i disvalori sono gli stessi. Il fatto è che questi disvalori sono precedenti alla nascita del fascismo.

Fanno parte del pensiero reazionario mobilitato da intellettuali e politici contro il lascito della Rivoluzione francese, e soprattutto l’idea di uguaglianza nei diritti, come relazione normativa tra diversi al fine di trattare ciascuno e tutti con uguale dignità.

La sola uguaglianza accettata dalla destra antica e moderna è relativa a caratteri intrinseci. È l’uguaglianza degli uguali. A questa idea si ispira anche la mentalità della nuova destra e di un trend sempre più popolare che va sotto il nome di manosphere, manosfera.

 

Manosfera

La parola, ci dice Wikipedia, è comparsa su Blogspot nel 2009 come un gioco di parole che rimanda alla biosfera. Indica i siti web, blog e forum online che promuovono «la mascolinità, la misoginia e l’opposizione al femminismo».

Le motivazioni si avvalgono di due argomenti reiterati che Caitlin Dewey ha così sintetizzato:

1) la corruzione della società moderna ha tra le sue cause il femminismo, in violazione delle differenze sessuali intrinseche e del sovvertimento dei ruoli sociali; e

2) l’idea che solo gli uomini possono salvare la società dalla decadenza, indotta dalla cultura dei diritti, esprimendo al meglio le implicazioni, lavorative e riproduttive, della loro potenza sessuale.

Per sconfiggere le donne che occupano i ruoli “naturalmente” maschili occorre affermare l’iper-maschio e costringere le donne a sottomettersi. Visitare questi siti produce angoscia.

 

Il progetto trumpiano

La manosfera è una componente dell’ideologia che sta intorno al progetto trumpiano, rappresentata dai “secchioni” che per genio e duro lavoro sono diventati stramiliardari e fanno barriera contro le donne. Gli oligarchi sono solo maschi.

Come quelli che sedevano alla destra di Donald Trump il giorno dell’inaugurazione della sua presidenza, accompagnati da mogli e fidanzate. Altrettanto maschilista, e questa volta nelle forme note alla destra tradizionale, è quella parte di Maga che sogna il ritorno a un’America dei valori originari (famiglia e lavoro) e che sta alimentando una campagna d’opinione per convincere le donne a darsi solo alla maternità e servire la nazione ripopolando di bianchi un paese troppo multietnico. 

Questa destra globale è parte di una mentalità che osteggia, insieme al diritto alla diversità nella scelte sessuali e all’aborto, le eguali opportunità delle donne nel mercato del lavoro (una delle ragioni per cui Elon Musk attacca l’Unione europea).

È anche parte di un dibattito, dai toni spesso melliflui, sulla mascolinità tradita, che ha tutta l’aria di aizzare gli uomini contro le donne. E ha un risvolto psicologico perché, dicono gli studiosi, l’insistenza a voler definire esattamente l’identità del maschio, e poi del “brav’uomo” e di una “sana mascolinità” rivela un alterità opposizionale di riferimento che rischia di associare l’orgoglio maschio al disprezzo delle donne.

 

Formare una mentalità

Nel nome dei diritti dei “dimenticati” si mostra insofferenza verso un pubblico che parla degli uomini solo quando li critica, li condanna, li accusa. I diritti umani hanno dunque attivisti tra chi sostiene i “diritti per gli uomini” e una miriade di gruppi di lamento per un’identità vilipesa, ignorata e disprezzata.

Le vittime costruiscono il loro linguaggio, i loro riti, le loro associazioni: quella dei “celibi involontari”, quella degli “uomini che vanno per la loro strada”, quella per “i diritti dei padri” e poi la miriade di siti di conversazione globale dove si discute di misoginia con grande tranquillità e ci si trastulla con scene di violenza sulle donne.

La reiterazione è un’arma per la formazione della mentalità. Il rapporto State of American Men del 2023 parla di due terzi di giovani di età compresa tra i 18 e i 23 anni che riconoscono di avere un’incapacità di “relazioni affettive” con le ragazze.

L’autismo emotivo e sentimentale è abilmente usato e alimentato dai social che, scrive Jonathan Haidt in The Anxious Generation, sono terreno fertile per promuovere una mascolinità tossica.

7 Aprile, 2025

Rousseau

by gabriella

Jean-Jacques Rousseau (1712 – 1778)

Critico della politica e della vita associata, Rousseau ha condotto una riflessione globale sui problemi della vita civile, dedicando gli sforzi più significativi alla costruzione degli strumenti politici ed educativi per modificare tale realtà.

 

Indice

1. I temi antiilluministi del Discorso sulle scienze e sulle arti

2. La critica della civiltà del Discorso sull’origine della diseguaglianza

2.1 La diseguaglianza è contraria alla legge di natura
2.2 La contestazione delle visioni dello stato di natura di Locke e Hobbes

2.2.1 Lo stato di natura in Locke
2.2.2 Lo stato di natura in Hobbes
2.2.3 Lo stato pre-civile secondo Rousseau

 

 3. L’Emilio

3.1 Libri I. L’infanzia e l’educazione negativa
3.2 Libro II. La fanciullezza e l’educazione positiva

3.2.1 L’autoregolarsi della libertà: dipendenza dalle cose e dipendenza dagli uomini
3.2.2 Contro Locke: l’illusione del ragionare coi fanciulli
3.2.3 L’esempio del maestro
3.2.4 L’apprendimento della lettura

3.3 Libro III. L’educazione dai dodici ai quindici anni

3.3.1 La nobiltà del lavoro manuale

3.4 Libro IV. L’adolescenza e l’educazione alla socialità
3.5 Libro V. La giovinezza

 

4. Il Contratto sociale

4.1 Il patto originario
4.2 Libertà ed eguaglianza

 

5. La travagliata ricezione dell’Emilio

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4 Aprile, 2025

1. La leggenda fondativa di Perugia

by gabriella

Una introduzione visiva alla storia, all’arte e alle leggende intorno alle origini della città di Perugia.

Si bene prospicicias, mira videre potes
Se osservi attentamente, puoi vedere cose meravigliose

 

Indice
1.
Perugia dall’alto. ≠MiraViderePotes
2. L’origine del nome
3. La leggenda fondativa

3.1 Le origini mitiche attribuite agli Achei, agli Umbri, ai Lidi
3.2 La leggenda del fondatore troiano Euliste
3.3 La leggenda della ricostruzione, dopo Totila, dei re di Persia e Russia
3.4 La revisione fiorentina della leggenda fondativa

 

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